Nella recente chat di Orizzonti GDR, il focus è caduto sulla seconda sessione one-shot di “Dune” basata sul sistema 2d20. Nicola ha espresso perplessità riguardo alcuni aspetti del gioco, come la meccanica di spendere punti Momentum per fare domande al GM e la gestione dei conflitti sociali tramite tiri di dado, paragonandoli a un combattimento fisico. Queste caratteristiche, a suo dire, potrebbero funzionare in una campagna lunga ma sono risultate macchinose in una one-shot.
Yuri e Roberto hanno condiviso la loro scarsa affinità con il sistema 2d20, trovandolo troppo complesso e poco invogliante. In particolare, Roberto ha espresso un disinteresse totale nel provare ulteriormente il gioco di Dune, menzionando una predilezione per sistemi più leggeri come “Godstar” che, pur essendo un gioco crunchy, sembra rispettare più l’essenza di un sistema rules-light.
Nicola, tuttavia, non sembra ancora pronto a rinunciare a Dune 2d20 e sta pianificando di tentare una breve campagna, sperando che un arco narrativo più esteso possa far brillare meglio il sistema. Ha anche condiviso un “piano astuto” di far notare gradualmente i limiti del sistema ai suoi compagni di gioco per poterli convincere a passare a “Traveller/CE” e derivati.
Roberto ha poi lanciato una riflessione sulla complessità di Traveller rispetto a Dune 2D20, sottolineando come, nonostante Traveller possa sembrare semplice, abbia in realtà molte sfumature che richiedono attenzione. Ha anche consigliato di esplorare “Charge” come un’alternativa possibile, lodando il sistema per il suo approccio accessibile e adattabile.
La discussione riflette un dibattito comune nei circoli di giochi di ruolo: trovare il giusto equilibrio tra meccanica e narrazione, e come la scelta del sistema possa influenzare profondamente l’esperienza di gioco.