Oggi su Orizzonti GDR è emersa la questione dell’uso di mappe e tecnologie digitali e come spesso divida i giocatori e i master.
Alessio Serini apre il dibattito con una riflessione su una recente esperienza di gioco nella quale il suo master ha dedicato tempo prezioso a creare mappe digitali per l’ambientazione di gioco. Questo sforzo, per quanto apprezzato, ha portato a rallentamenti tecnici che hanno distolto Alessio e altri giocatori dall’azione, spingendoli a suggerire un ritorno alla narrazione diretta senza l’ausilio di tecnologie.
Roberto Bisceglie interviene condividendo la sua esperienza come master, ricordando una sessione in cui la preparazione tecnologica ha preso il sopravvento sull’avventura stessa, rendendola meno coinvolgente. Riconosce anche il valore delle mappe semplici e funzionali, come un disegno rapido su una lavagnetta, che ha trovato efficace e non invasivo.
BICrumw, invece, esprime un punto di vista differente, valorizzando le mappe come strumento di annotazione e ispirazione personale. Per lui, le mappe servono a catturare e organizzare idee e dettagli rilevanti per il gioco, trasformandosi in una sorta di “scrittura primitiva” che facilita lo sviluppo narrativo.
Invernomuto sintetizza il proprio rapporto ambivalente con le mappe e la tecnologia nel gioco di ruolo. Da una parte, apprezza la guida visiva che le mappe possono offrire, ma riconosce anche come queste possano distogliere l’attenzione dalla narrazione e limitare la libertà dei giocatori, relegando il gioco di ruolo a un’esperienza simile a quella di un videogioco o di un boardgame troppo strutturato.
L’ultima parte della discussione vede BICrumw e Yuri Zanelli esplorare le possibilità ludiche delle mappe come punto di partenza per avventure immaginative, sia in solitario che in gruppo. BICrumw descrive un gioco di esplorazione creativa nella città di Istanbul, dove i giocatori sono invitati a navigare attraverso sfide e incontri dettati dalla fantasia e dalle dinamiche emergenti della mappa.
In conclusione, mentre alcuni giocatori e master vedono le mappe e la tecnologia come strumenti utili e stimolanti, altri preferiscono minimizzare o eliminare il loro uso per preservare la fluidità e l’immediatezza della narrazione. La discussione evidenzia come non esista una soluzione unica, ma che ogni gruppo può trovare il proprio equilibrio tra tecnologia e tradizione per creare esperienze di gioco ricche e soddisfacenti.