Oggi Yuri ha condiviso un interessante spunto sul suo percorso come giocatore e arbitro. Ha confessato di essere arrivato a un punto in cui preferisce rimanere fedele a un ristretto gruppo di giochi con cui si sente a suo agio, malgrado il suo spirito sperimentatore lo porti continuamente verso nuove esperienze ludiche. La sua esperienza con Electric Bastionland ha aperto una finestra sul mondo delle ambientazioni, spingendolo a ripensare il modo in cui queste possono essere concepite e gestite.
La domanda lanciata da Yuri sulle esperienze che hanno cambiato il modo di pensare dei partecipanti ha scatenato una serie di risposte altrettanto affascinanti. Cristian, ad esempio, ha espresso la sua fascinazione per Il Silenzio dei Minotauri, un gioco che suggerisce un’atmosfera piuttosto che imporre un contesto rigido, promuovendo un’esperienza di gioco dove l’ordinario si intreccia con l’eccezionale in un contesto di continua scoperta.
BICrumw e Roberto hanno condiviso riflessioni simili, evidenziando come i propri background e interessi influenzino la percezione e l’approccio al gioco. Roberto ha menzionato la sua epifania leggendo il lexicon di John S. Ross sui “regolamenti invisibili” e i principi FKR, sottolineando come le regole non debbano necessariamente dominare l’esperienza di gioco.
La discussione si è poi spostata sul concetto di “regolamenti invisibili”, con Javest che ha richiesto e ottenuto un link a un blog post che approfondisce l’argomento. Qui, si parla di come il Game Master (GM) possa equilibrare regole scritte e non scritte per guidare il gioco, promuovendo un’esperienza più fluida e immersiva per tutti i giocatori.
Yuri ha chiuso il dibattito sottolineando come Electric Bastionland non solo lo abbia ispirato nella lettura, ma anche e soprattutto nel gioco, portandolo a considerare le mappe più come fonti di ispirazione che come vincoli. Questo cambio di prospettiva sembra aver risuonato con molti partecipanti, che vedono nelle regole un mezzo e non un fine, e nell’ambientazione un telaio su cui tessere le proprie storie.
In sostanza, la discussione ha messo in luce un movimento sempre più diffuso tra i giocatori di GDR: una spinta verso un approccio più liberale e creativo al gioco, che valorizza l’interpretazione personale e l’immaginazione al posto di una stretta aderenza alle regole prefissate.