Nella vivace chiacchierata che si è sviluppata tra Invernomuto, Yuri e Roberto, il tema principale riguardava la “flessibilità mentale” nel mondo dei giochi di ruolo, con un focus particolare su come i veterani di Dungeons & Dragons (D&D) spesso si trovano in difficoltà nell’adattarsi a giochi diversi.
Invernomuto ha espresso una certa frustrazione riguardo alla difficoltà di alcuni giocatori abituati esclusivamente a D&D nell’adottare nuovi giochi o stili di gioco. Lui nota che anche dopo aver spiegato le differenze rispetto a D&D, molti continuano a giocare come se non ci fosse stata alcuna variazione, mostrando una tendenza a voler utilizzare i dadi più frequentemente di quanto lui preferirebbe. Questo comportamento è visto da Invernomuto come un ostacolo che limita la ricchezza dell’esperienza ludica, dato che, a suo parere, ci sono situazioni in cui i dadi potrebbero essere superflui se si possiede un buon piano d’azione.
Yuri, d’altra parte, ha condiviso la sua esperienza, rispecchiando quanto detto da Invernomuto. Ha osservato che chi è cresciuto con D&D dal 2000 in poi tende a mostrare minore apertura verso altri giochi di ruolo. Yuri ha menzionato che la presenza storica di varianti come D&D Basic e D&D Advanced avrebbe potuto influenzare una maggiore apertura mentale nei giocatori più anziani, a differenza delle generazioni più recenti che hanno avuto meno esposizione a questa diversità.
Roberto ha esteso la discussione, paragonando la situazione a persone abituate solo a giochi da tavolo come Monopoli o Risiko, che mostrano resistenza a provare giochi con dinamiche diverse. Ha usato esempi personali per illustrare come alcune persone possano essere completamente chiuse a qualsiasi variazione nei giochi, sottolineando che questo atteggiamento va oltre la semplice abitudine e si radica più profondamente come mentalità.
Complessivamente, il dibattito ha sollevato questioni significative riguardo la resistenza al cambiamento nei giochi di ruolo e come questa possa limitare l’esperienza di gioco, impedendo di esplorare nuove e potenzialmente arricchenti dinamiche ludiche. La conversazione ha evidenziato una sfida comune nella comunità dei giochi di ruolo: come incentivare una maggiore apertura verso nuovi modi di giocare, superando la barriera dell’abitudine e della familiarità.