Preparare le sessioni per il gioco emergente

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Recentemente Invernomuto e Roberto hanno condiviso un’interessante conversazione su Orizzonti GDR riguardante la preparazione delle sessioni di gioco, con particolare attenzione alla creazione e gestione dei dungeon.

Invernomuto ha iniziato il dialogo esprimendo la sua curiosità sul metodo di Roberto in preparazione delle sessioni, interrogandosi su schemi, personaggi, fazioni e mappe. In effetti, prepararsi a dovere può fare la differenza tra un’avventura che scivola via liscia come l’olio e una che si impantana. Roberto, con l’esperienza maturata nei suoi giochi come 198X Midnight Misfits e 202X: Special Ops, ha condiviso il suo approccio alla costruzione delle sessioni. Si basa su un template di avventura che include una forte premessa, un obiettivo ben definito, e personaggi non giocanti (PNG) e luoghi notevoli che i giocatori possono incontrare.

Roberto enfatizza l’importanza di preparare un “mondo vivente” con una minima preparazione iniziale, permettendo così eventi emergenti basati sulle decisioni dei giocatori durante il gioco. Questo approccio riduce la rigidità e aumenta la spontaneità, caratteristiche preziose in un buon gioco di ruolo.

Passando al tema specifico dei dungeon, Roberto critica la generazione procedurale, argomentando che priva l’esperienza di gioco di coerenza e significato narrativo. Secondo lui, un dungeon ben progettato deve avere una sua logica interna e una storia, che magari si è evoluta nel tempo. Questa filosofia si contrappone alla creazione casuale di stanze e trappole, che può risultare in un’esperienza frammentaria e poco coinvolgente.

Roberto sottolinea che, sebbene la preparazione sia fondamentale, la flessibilità durante il gioco è essenziale. I dungeon devono essere abbastanza aperti da permettere ai giocatori di esplorare e prendere decisioni che possono cambiare completamente il corso dell’avventura. Questo si lega all’idea di un gioco emergente, dove la storia si sviluppa in modo organico basandosi sulle scelte e azioni dei giocatori.

In conclusione, la discussione tra Invernomuto e Roberto getta luce su diverse tecniche e filosofie di game mastering. Da un lato, la necessità di una preparazione che includa elementi flessibili e predisposti per l’emergenza; dall’altro, un’avversione per l’eccessiva casualità che può rendere il gioco meno personale e significativo.