Interpretazione dei personaggi nei GDR: voci, narrazione e immedesimazione

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Michele ha aperto la discussione parlando di un tema che sa essere divisivo: l’uso della prima persona e delle voci per interpretare i personaggi nei giochi di ruolo. Ha condiviso il suo percorso personale, passando da una posizione di netto rifiuto a un apprezzamento per la pratica, riconoscendo che aiuta a mantenere alta l’attenzione dei giocatori. Descrivere scene in prima persona, come se fosse il personaggio o il locandiere, si è rivelato per lui un metodo efficace per catturare l’interesse e la memoria dei giocatori. Michele cerca il parere degli altri su questa pratica, chiedendosi se davvero possa essere utile per migliorare la narrazione.

BICrumw ha risposto subito, condividendo la sua esperienza come giocatore e master. Utilizza entrambe le modalità, alternando la prima e la terza persona, e adattando le voci in base alla situazione, trovando la pratica assolutamente utile.

Alessio ha sottolineato che entrambe le modalità sono valide e dipendono dalle preferenze personali. Alessio ha parlato della sua esperienza con un giocatore che usava una voce fastidiosa, spiegando come alla fine ci si possa abituare. Ha anche menzionato come la recitazione completa, inclusi i gesti e le movenze, possa arricchire l’esperienza di gioco, sebbene riconosca che non sia adatta a tutti le ambientazioni e generi di giochi di ruolo.

Roberto ha aggiunto che, sia come giocatore che come master, alterna le due modalità in base a ciò che deve comunicare. Non considera la recitazione una necessità assoluta, ma piuttosto una gamma di possibilità. Ha evidenziato come l’improvvisazione teatrale possa essere utile, ma non deve essere un obbligo, poiché alcuni giocatori potrebbero sentirsi a disagio o non all’altezza.

Michele ha ribadito la sua posizione, aggiungendo che la descrizione in prima persona può tenere viva l’attenzione dei giocatori, soprattutto i più giovani. Ha condiviso la sua esperienza con un’associazione a Rapallo, dove ha notato che narrare in prima persona funziona bene con i ragazzi.

Invernomuto ha sottolineato che descrivere gli eventi in prima persona è più complicato, ma può essere efficace. Utilizza entrambi i metodi e a volte lascia che siano i giocatori a descrivere gli ambienti. Ha espresso la sua avversione per le esagerazioni attoriali, preferendo un approccio più equilibrato.

Yuri ha condiviso la sua preferenza per la narrazione in prima persona, trovandola più immersiva. Ha menzionato come durante la pandemia abbia iniziato a usare le voci per distinguere i PNG e aumentare l’immersività. Tuttavia, concorda che non deve diventare un obbligo e che un eccesso di interpretazione può essere controproducente.

La discussione ha evidenziato una varietà di punti di vista e approcci, mostrando che non esiste una soluzione unica per tutti. La scelta tra prima e terza persona, l’uso delle voci e la recitazione dipendono molto dalle preferenze personali, dal gruppo di gioco e dal tipo di campagna. Mentre alcuni trovano la recitazione e le voci un’ottima aggiunta per aumentare l’immersività, altri preferiscono un approccio più semplice e diretto. La chiave sembra essere la flessibilità e il rispetto delle preferenze individuali, creando un equilibrio che permetta a tutti i giocatori di divertirsi.