Dadi o no?

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Yuri inizia la discussione chiedendo cosa ne pensiamo dei giochi di ruolo (GdR) senza elementi di casualità, come dadi o carte. Mentre alcuni li rifiutano a priori, lui ha apprezzato solo “Wanderhome” tra quelli provati.

BICrumw risponde dicendo che, per abitudine, gioca esclusivamente a giochi casuali, specialmente in modalità solitaria.

Invernomuto invece scherza dicendo che Yuri l’ha convinto a non prendere “Wanderhome”. Aggiunge poi che lui è un fan sfegatato dei dadi e delle meccaniche di tiro, soprattutto quando i giochi introducono complessità e sfumature attraverso i dadi, piuttosto che spingere solo sulla fortuna come nei giochi d’azzardo.

Roberto interviene con una riflessione più profonda. Per lui, l’importanza del dado dipende dal contesto e dal tema del gioco. Fa un paragone con le sue esperienze, dicendo che ha dovuto ripensare alla risoluzione diceless per il gioco “Loner”. Sottolinea che una risoluzione senza dadi non è casuale, ma si basa su fattori come il contesto e le capacità del personaggio.

Roberto prosegue spiegando come i tag e i descrittori del personaggio possano sostituire il tiro dei dadi, rendendo alcune azioni automatiche senza la necessità di lanciare un dado. Tuttavia, ammette che in situazioni di incertezza il tiro del dado può ancora essere utile.

Invernomuto approfondisce il suo amore per i dadi, spiegando che per lui tirare i dadi è parte integrante del gioco di ruolo. Apprezza i sistemi che non si limitano a un semplice successo o fallimento, ma che incorporano sfumature e interpretazioni dei risultati dei dadi. Sente che i dadi aggiungono una dimensione di incertezza e scoperta che arricchisce l’esperienza di gioco.

Roberto ritorna sul concetto di risoluzione diceless, argomentando che, sebbene possa funzionare in determinati contesti, come il gioco di gruppo, il tiro del dado rimane un elemento fondamentale per molti giocatori, soprattutto per mantenere l’elemento di sorpresa e incertezza. Sottolinea anche come in alcuni stili di gioco il tiro dei dadi possa diventare quasi superfluo, con il narratore che determina gli esiti delle azioni.

In definitiva, la discussione evidenzia una chiara divisione tra chi preferisce l’aleatorietà dei dadi per la loro capacità di aggiungere incertezza e tensione al gioco e chi invece predilige sistemi diceless per la loro capacità di mettere in risalto le capacità narrative e interpretative dei giocatori. Alla fine, sembra che la scelta tra dadi o non dadi dipenda fortemente dal gusto personale e dal tipo di esperienza che si cerca in un GdR.