In una recente conversazione di gruppo, si è acceso un dibattito sul ruolo del Game Master (GM) e sulla quantità di preparazione necessaria per le sessioni di gioco. La discussione è iniziata con Roberto, che ha condiviso la sua visione sul GM e sulla preparazione delle sessioni.
La visione di Roberto
Roberto ha confessato che la sua filosofia di GM è di mantenere la preparazione al minimo indispensabile. Per lui, l’ideale sarebbe non superare la mezz’ora di preparazione per una sessione, al massimo un’ora se include mappe o ritratti di personaggi. Questo perché Roberto preferisce un gioco emergente, dove le situazioni si sviluppano naturalmente durante la sessione piuttosto che essere rigidamente pianificate.
Roberto ha espresso il suo disappunto per la percezione del GM come “intrattenitore” principale, responsabile esclusivo del divertimento al tavolo. Secondo lui, questa visione porta a una preparazione esagerata, che rischia di limitare la spontaneità e la creatività del gioco. Troppa preparazione può risultare in un binario fisso o in un lavoro sprecato se i giocatori prendono direzioni inaspettate.
Il punto di vista di Yuri
Yuri ha condiviso il pensiero di Roberto, aggiungendo che c’è un ritorno a una mentalità anni ’90, dove il GM è visto come un narratore che deve preparare tutto in dettaglio. Ha raccontato di come alcune persone, influenzate dagli show di Actual Play come Critical Role, si aspettano che il GM crei esperienze di gioco altamente curate e preparate.
Yuri ha evidenziato che questa visione può portare a situazioni frustranti, dove GM e giocatori hanno aspettative diverse. Ha condiviso un esempio di un amico che, dopo aver preparato 10 pagine di materiale per una sessione, ha utilizzato solo una pagina, rendendosi conto di aver sprecato tempo su dettagli che non sono mai entrati in gioco.
La prospettiva di alessio
Alessio ha portato un approccio differente dal suo gruppo di gioco, focalizzato sulla preparazione delle scene piuttosto che dei dettagli. Ha spiegato come il suo GM, Giuseppe, crei scenari di base con obiettivi chiari e li adatti in base alle azioni dei giocatori. Ha fatto esempi di campagne di fantascienza e supereroiche, dove l’ambientazione e gli scenari sono determinati, ma l’evoluzione della storia dipende dalle scelte dei giocatori.
Per Alessio, un GM deve avere una preparazione di base per orientare la trama, soprattutto in giochi con obiettivi specifici come Star Trek o supereroi, ma deve anche essere flessibile per adattarsi alle azioni dei giocatori. Alessio ha concluso che il suo GM riesce a mantenere un equilibrio tra preparazione e adattamento, permettendo al gioco di evolversi in modo naturale.
La confessione di Invernomuto
Invernomuto ha aggiunto una prospettiva personale, confessando di essere un GM che tendeva alla sovrapreparazione a causa dell’ansia di non essere pronto a tutte le eventualità. Questa sindrome lo portava a preparare meticolosamente le sessioni, ma anche a sentirsi sopraffatto e a ridurre la frequenza delle sessioni stesse.
Tuttavia, grazie a consigli e supporto di amici come Roberto, Invernomuto ha imparato ad adottare un approccio più flessibile, basato su agende di fazioni e obiettivi generali, come il metodo 7-3-1. Ha scoperto che preparare gli elementi fondamentali e lasciare spazio all’improvvisazione rendeva le sessioni più fluide e piacevoli. Invernomuto ha sottolineato che il coinvolgimento dei giocatori è cruciale per un gioco emergente di successo, dove il GM è solo un facilitatore e non l’intrattenitore principale.
Il confronto finale
Roberto ha cercato di chiarire il concetto di gioco emergente, sottolineando che non si tratta di improvvisare tutto, ma di essere conseguenti alle azioni dei giocatori. Secondo lui, un buon GM deve avere una traccia, ma deve essere pronto a modificare i piani in base a ciò che succede durante la sessione.
Alla fine, Alessio ha riconosciuto che il suo gruppo adotta un approccio emergente, dove il GM adatta la storia alle azioni dei giocatori senza imporre un percorso rigido. Questo riconoscimento ha portato a un punto d’incontro, dimostrando che, nonostante le differenze di stile, l’obiettivo comune è quello di creare un’esperienza di gioco coinvolgente e dinamica.
In sintesi, la preparazione del GM può variare molto in base allo stile di gioco e alle preferenze del gruppo. Mentre alcuni preferiscono un approccio minimalista e flessibile, altri trovano valore in una preparazione dettagliata. L’importante è trovare un equilibrio che permetta a tutti i giocatori di divertirsi e partecipare attivamente alla creazione della storia.