Azioni stealth: tiri nascosti, trasparenza e narrativa emergente

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La conversazione si apre con Alessio che introduce il tema della masterizzazione delle azioni stealth e dei tiri nascosti, ponendo una questione fondamentale: come gestire la narrazione e i tiri di dado in situazioni dove prevale la furtività e la sorpresa. Alessio domanda al gruppo le loro opinioni e i loro metodi preferiti quando un giocatore tenta di intrufolarsi o agire in modo furtivo senza essere scoperto, con un focus sui tiri nascosti fatti dal GM rispetto ai tiri palesi fatti dai giocatori.

Alessio illustra il suo approccio con un esempio: un giocatore che si intrufola in una base segreta o in un castello fantasy, tirando per nascondersi. In una situazione tradizionale, il giocatore fallisce il tiro e sa immediatamente che le guardie l’hanno scoperto. Alessio, invece, propone un metodo diverso: il tiro nascosto dal master. Invece di informare subito il giocatore del fallimento, il master tira il dado senza rivelare l’esito. Il giocatore prosegue, convinto che tutto stia andando per il meglio, quando in realtà è stato scoperto e, magari più tardi, viene colpito o bloccato di sorpresa. Questo metodo genera tensione, perché il giocatore non sa mai con certezza se la sua azione ha avuto successo.

Alessio evidenzia come il suo metodo rifletta la realtà: nella vita reale, non sai sempre se sei stato scoperto. Questo approccio permette al master di creare momenti di suspense, come una guardia che segue il giocatore senza che lui se ne accorga. Secondo Alessio, nascondere i tiri aggiunge una dimensione di sorpresa che arricchisce la narrazione.

Preferire la trasparenza

Yuri interviene e dichiara di avere una visione diversa. Pur riconoscendo che l’approccio di Alessio ha i suoi pregi, Yuri preferisce far tirare i giocatori apertamente e far sapere loro immediatamente se hanno fallito o avuto successo. Nel suo metodo, se un giocatore fallisce un tiro stealth, viene subito informato che le guardie lo hanno sentito o visto. Questo dà al giocatore la possibilità di adattarsi alla situazione, ritirarsi, o cambiare strategia. Secondo Yuri, questo evita di portare i giocatori a proseguire su una strada sbagliata senza possibilità di correggere il proprio piano.

Yuri porta un altro esempio in cui questo metodo può funzionare: se un personaggio tenta di ingannare qualcuno con una menzogna e fallisce, il GM potrebbe mantenere l’apparenza che l’inganno sia riuscito, ma in realtà il PNG potrebbe tradire il giocatore più tardi. Anche in questo caso, per Yuri, mantenere tutto trasparente è preferibile, perché riduce la frustrazione e permette di giocare in modo più informato e strategico.

Tensione, ma non senza fiducia

Entra in gioco Invernomuto, che porta la sua esperienza nel gestire i tiri nascosti in passato. Egli ammette di aver utilizzato questo metodo a lungo, trovandolo utile per creare un’atmosfera di tensione e incertezza. Tuttavia, ha notato che nel tempo questo approccio ha creato problemi: i giocatori cominciavano a diffidare del master e si instaurava un clima di sfiducia reciproca. In alcuni casi, i giocatori smettevano persino di comunicare le loro azioni apertamente, per paura che il GM potesse usare le loro parole contro di loro. Invernomuto sottolinea che questo tipo di gioco può portare i giocatori a diventare passivi, a non voler esprimere le proprie idee per paura di essere “fregati” dal master.

Per Invernomuto, un approccio più trasparente e collaborativo aiuta a mantenere il gioco proattivo e a evitare che i giocatori si chiudano in sé stessi. Inoltre, lasciare i tiri in chiaro semplifica la gestione per il master, che non deve caricare sé stesso di troppo lavoro nascondendo costantemente informazioni e orchestrando ogni evento segreto. Questo crea un equilibrio migliore tra il carico del master e l’interazione con i giocatori.

Fiction-first: 24XX e la narrativa emergente

Roberto interviene con un punto di vista leggermente diverso, introducendo un approccio fiction-first, tipico di sistemi come 24XX, in cui la narrativa emerge in modo naturale, mentre i tiri avvengono solo quando strettamente necessario. In questo tipo di gioco, non è importante “se” il giocatore ha successo nell’immediato, ma piuttosto come la narrazione si evolve. Roberto sottolinea che in questo sistema, il tiro non serve tanto a determinare un successo o un fallimento in modo rigido, quanto a modellare le conseguenze e spingere avanti la storia.

Roberto porta un esempio pratico: in 24XX, il GM potrebbe chiedere ai giocatori di descrivere la loro azione senza far tirare subito i dadi. Solo alla fine, se l’azione rischia di avere conseguenze pericolose, si effettua un tiro, lasciando che il risultato influenzi la scena in modo fluido e coerente con la narrazione. In questo approccio, il focus è sulla storia e non sui tiri di dado come elemento centrale.

Il valore della sorpresa e del “thriller”

Alessio ribadisce che il suo metodo non è un tentativo di controllare tutto o creare un railroad (ossia una narrazione predefinita), ma piuttosto un modo per mantenere la tensione narrativa alta e sorprendere i giocatori. Secondo lui, se il giocatore sa subito che ha fallito, può reagire in modo prevedibile, rompendo l’illusione di essere immerso in un mondo in cui i nemici hanno la loro agenda. Per Alessio, il mondo di gioco deve reagire in modo naturale, con i nemici che agiscono anche quando il giocatore non lo sa. Nascondere i tiri permette al GM di mantenere segreti e colpi di scena, rendendo la partita più avvincente.

Alessio sottolinea come, nel suo gruppo, questo approccio funzioni perfettamente grazie alla fiducia reciproca. Il GM tira i dadi dietro lo schermo, ma lo fa in modo onesto, senza barare. I giocatori, sapendo di potersi fidare, accettano la possibilità di essere sorpresi o messi in difficoltà senza sentirsi presi in giro.

La complessità del gestire tiri nascosti

Invernomuto riconosce che l’approccio di Alessio può funzionare bene in gruppi affiatati e con grande fiducia, ma sottolinea quanto sia difficile implementarlo in gruppi nuovi o con giocatori inesperti. Ricorda che i tiri nascosti possono generare malintesi e frustrazione, soprattutto se i giocatori si sentono ingannati dal GM. Inoltre, Invernomuto fa notare che il carico di lavoro per il master può aumentare notevolmente se si cerca di gestire tutto da dietro lo schermo, scrivendo trame e colpi di scena continui. Anche lui apprezza la tensione narrativa, ma ritiene che sia più facile da ottenere con meccaniche più trasparenti.

Il dilemma: fiction vs meccaniche

A questo punto, BICrumw approfondisce il tema della fiction vs meccaniche. Per lui, un gioco in cui la finzione prevale sulle meccaniche è quello in cui il gioco si svolge come una conversazione, e le regole intervengono solo quando necessario. Al contrario, un gioco basato sulle meccaniche mette al centro le azioni tecniche e i risultati di queste ultime. Nel suo intervento, BICrumw spiega che in un gioco fiction-first, ogni azione descritta dai giocatori ha un peso nella storia, influenzando gli eventi successivi in modo significativo. In un gioco centrato sulle meccaniche, invece, le azioni descritte spesso sono solo un contorno, e ciò che conta davvero è il tiro di dado.

BICrumw conclude il suo intervento notando come i punti ferita e altre astrazioni tipiche dei giochi tradizionali possano essere problematici in contesti dove la fiction è primaria, perché i giocatori potrebbero prendere decisioni in base a numeri e statistiche anziché in base alla narrazione.

Considerazioni finali

Il dibattito si conclude con uno scambio di idee su come gestire il rischio e coinvolgere i giocatori.

Alessio rimane convinto del valore del suo approccio, ma riconosce che richiede fiducia e una preparazione adeguata. Roberto e Invernomuto, invece, apprezzano maggiormente l’approccio fiction-first o trasparente, sottolineando che questi metodi permettono una gestione più semplice e fluida del gioco. La fiducia e la comunicazione pre-sessione emergono come temi chiave per stabilire quale metodo utilizzare, e il gruppo concorda che ogni stile di gioco richiede un diverso livello di impegno e collaborazione tra GM e giocatori.