Dai GDR “tradizionali” a sistemi senza master e narrazioni emergenti

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Oggi Alessio ha acceso una discussione stimolante sulla evoluzione dei gusti personali e delle preferenze ludiche nel tempo. Dopo un’interruzione di un anno, il ritorno di Alessio al suo gruppo di gioco non ha scatenato l’entusiasmo solito. Ha scoperto che il suo amato sistema di gioco, Fate, non lo catturava più come una volta, spingendolo a cercare sfide più audaci e potenzialmente letali per il suo personaggio, che le meccaniche del gioco ostinatamente resistevano.

La conversazione si è poi allargata in un dibattito più ampio sul potenziale e i limiti dei sistemi di gioco tradizionali rispetto ai moderni. Alessio ha espresso un forte desiderio di passare a un gioco “senza master”, un sistema in cui i giocatori navigano collettivamente il gioco senza un unico narratore, cosa che credeva potesse meglio accomodare i loro orari erratici e rivitalizzare la loro esperienza di gioco.

Roberto e Javest hanno dato il loro contributo con prospettive diverse, distinguendo tra “narrazione emergente” e gioco “senza master”. Mentre la narrazione emergente consente ai giocatori di sviluppare la storia senza una trama predefinita, il gioco senza master elimina completamente la figura del narratore, dando spazio a un’esperienza collettiva e democratica.

L’interazione tra i partecipanti ha evidenziato una resistenza da parte di alcuni veterani del gioco, ancorati a modelli più strutturati, ma anche una curiosità verso nuove forme ludiche che potrebbero rivelarsi più coinvolgenti e fresche per il gruppo. La discussione si è conclusa con un senso di anticipazione per le future sessioni di gioco, sperimentando con nuovi sistemi che potrebbero portare a un rinnovato senso di avventura e collaborazione.